I PROFUGHI SIRACUSANI DI LIBIA E I VIAGGI DEL COMANDANTE RODANTE


 

Nelle pieghe della storia del mare ci sono vicende di migrazioni che hanno dell’incredibile. Come quella che stiamo per raccontarvi. Il luogo è Siracusa, l'anno il 1945, i protagonisti sono i profughi siracusani fuggiti dalla Libia, il comandante-armatore Angelo Rodante e il motoveliero Immacolata C.

Il prologo. Moltissimi siracusani erano partiti nella seconda metà degli anni Trenta come coloni in Tripolitania diventata territorio italiano dopo la guerra coloniale, come molti altri italiani credettero alla propaganda fascista che incentivava le migrazioni verso i territori conquistati. Praticamente non c’era famiglia in città che non avesse qualcuno sull’altra sponda del Mediterraneo. Questi siracusani di Tripolitania, a guerra perduta, fecero armi e bagagli e tornarono in Sicilia. In quell’anno, il 1945, arrivarono a Siracusa migliaia di profughi delle ex colonie di oltremare che vennero ospitati in campi di accoglienza di fortuna: chi nell’edificio che poi sarebbe diventato l’Ospedale Umberto, chi nelle caserme Fuggetta e Statella in piazza San Giuseppe. La folla dei profughi era composta soprattutto da donne e bambini: molti uomini erano rimasti in Tripolitania, cioè in Libia, per cercare di salvare il salvabile di una vita di lavoro. Famiglie divise che non sapevano più niente dei propri cari rimasti nelle colonie a quel punto passate sotto il controllo degli Alleati. Che fare? Alcune famiglie decidono di rientrare clandestinamente in Tripolitania. E qui entra in scena Angelo Rodante, un uomo di mare di antica tradizione e dalla pelle dura, visto che era riuscito a passare indenne per due guerre mondiali. Accetta di prendere a bordo 150 persone, quasi tutte donne e bambini e di tentare la traversata a bordo del motoveliero Immacolata C.. Problema: bisognava eludere i controlli delle autorità alleate.


Nel 1941, ventottomila tra donne,anziani e ragazzi sotto i 15 anni lasciarono i territori italiani dell'Africa orientale conquistati dagli inglesi. A bordo delle Navi Bianche, lasciarono i campi di prigionia inglesi e fecero rotta per l'Italia. Furono costretti a fare il periplo dell'Africa perché non furono autorizzati a passare dal canale di Suez. Tra quei bambini c'era anche Hugo Pratt

In qualche modo vengono avvisati i parenti rimasti in Libia indicando loro, approssimativamente, il luogo di sbarco, tra Tripoli e Tagiura. Racconterà Rodante: «Una zona disabitata, a parte qualche pastore il cui silenzio si poteva comprare». L’Immacolata C. prende il mare, i primi due giorni nessun problema, il terzo giorno il mare si ingrossa e il vento gira. I profughi vengono mandati sottocoperta tra pianti e preghiere e mal di mare. Il comandante, fatto qualche calcolo sul carburante rimasto, il rischio di essere intercettati e arrestati, decide di proseguire verso la costa con vento e mare in poppa. Un incubo per chi sta sottocoperta. Sei giorni dopo avvistano terra, per la precisione il capo di Sidi Said a ponente di Zuara, ed è qui che la barca siracusana incrocia pescatori di spugne greci. Pescatori di frodo, ovviamente. Dio solo sa in quale lingua riescono a scambiarsi informazioni. Rodante punta verso la baia di Sabratha per sbarcare i suoi “passeggeri”. All’alba del giorno dopo, motori al minimo e scandaglio in acqua per non incagliarsi, la barca arriva al largo di Sabratha e mette in acqua la lancia per trasportare donne e bambini, mentre i ragazzi più giovani vengono mandati a riva a nuoto per aiutare gli altri. Lo sbarco clandestino dura più o meno un’ora dopo di che l’Immacolata C. riprende il mare a vele spiegate facendo rotta verso Sfax, in Tunisia, per scapolare le motovedette inglesi. Ventiquattro ore dopo, cambia rotta e dirige verso Capo Passero con qualche preoccupazione legale. La barca veleggia per qualche ora tra l’isola dei Cani e lo Spuntone in attesa di avere notizie da terra nel caso ci fossero problemi con le autorità. Tutto tranquillo. L’Immacolata C. entra a vele spiegate e dà ancora in rada e il comandante Rodante con i suoi quattro marinai sbarcano. A terra li aspetta la notizia che i siracusani di Libia, arrivati a Tripoli erano stati fermati dalle autorità e poi rilasciati. La storia però non è finita.

Nel 1948 un gruppo di marinai siracusani, che si era fatto una certa esperienza nel trasporto di profughi siracusani in Libia, viene contattato dall’Aliyah Bet, l’organizzazione clandestina sionista guidata in Italia da Ada Sereni (per saperne di più consigliamo la lettura de I Clandestini del mare) che portava gli ebrei sopravvissuti alle persecuzioni e all'Olocausto in Palestina. C’è un'altra missione da compiere. Questa volta si tratta di prendere ebrei italiani dalle coste libiche e di portarli in Palestina, eludendo il blocco inglese. Rodante padre non si tira indietro, nonostante la consapevolezza di rischiare la libertà, se non la vita, e la barca. Il primo viaggio è con una “imbarcazione frigorifera” di 35 tonnellate per il trasporto del pescato. Al comando c’è Rodante padre e dell'equipaggio fa parte anche il figlio Giuseppe. Sotto le mentite spoglie di innocui pescatori riescono ad arrivare, dopo dieci giorni, al confine tra Tunisia e Libia dove imbarcano 104 persone, «tutti giovani, il più anziano ha 25 anni» racconterà rodante. Dopo una tappa a Siracusa dove vengono sbarcati di notte e clandestinamente, gli ebrei vengono smistati nei punti di raccolta dell’Aliyat Bet da dove sarebbero ripartiti per la Palestina con le Navi del speranza. Purtroppo di queste storie sono rimaste poche testimonianze e ovviamente non ci sono foto. Ci sono però le memorie del capitano Rodante conservate dalla Società siracusana di Storia patria e il libro, Storia della marineria siracusana, di Augusto Aliffi, curatore del SirMuma, il museo del mare di Siracusa, e Giuseppe Gaetano Rodante, dal quale sono tratte queste notizie.


Bibliografia
Per conoscere la storia della marineria siracusana vi consigliamo il libro di Aliffi- Rodante.
Per la storia dell'Aliyat Bet in Italia fondamentale il libro di memorie di Ada Sereni, I clandestini del mare.
Li potete prenotare in libreria oppure sulle librerie on line.