Questa storia inizia trentaquattro anni fa e il protagonista è un antico portolano del Cinquecento.
Ma andiamo con ordine.
Nel 1985 il Civico Istituto Colombiano di Genova ripubblica, a cura di Ornella Bazurro, la Carta di navigare di Gerolamo Azurri. Il manoscritto originale dell'Azurri è andato perduto, ma la biblioteca civica Berio di Genova ne conserva una copia, probabilmente trascritta da un anonimo scrivano nel Seicento, di proprietà dell’abate genovese Carlo Giuseppe Vespasiano Berio (1712-1794).
Di Gerolamo Azurri si sa ben poco. L'unico dato certo è riportato nella sottoscrizione del manoscritto dove si legge Hieronimus Azurius Vicomercatensis scripsit hunc libellum. Era dunque nato a Vimercate nell’attuale provincia di Monza e Brianza, è stato probabilmente un pilota della flotta di Andrea Doria, sotto il Capitano Antonio Doria, le cui galere servirono il Papa nelle guerre contro i Turchi e l’imperatore Carlo V nelle sue spedizioni militari. Ornella Bazurro ha fatto lunghe indagini d'archivio tra Vimercate, luogo di nascita dell’Azurri e il resto d'Italia, spingendosi addirittura a Malta e in Spagna per trovare qualcosa in più sull'autore della Carta di navigare, ma invano.
Dopo la pubblicazione del 1985 il testo dell’Azurri ripiomba nell’oblio: il libro è introvabile e viene di nuovo dimenticato. Ma, per uno strano caso del destino, una copia ha viaggiato di mano in mano senza mai spostarsi dalla città ligure e alla fine è arrivata a me. Sono un archeologo navale e armatore del veliero d'epoca schooner Dragut − progettato dal maestro Carlo Sciarrelli – col quale da anni navigo nel Mediterraneo, e da sempre sono particolarmente interessato allo studio della navigazione nel Cinquecento. Quando ho avuto tra le mani il libro, ho capito subito di avere scovato un tesoro.
Da lungo tempo cercavo un portolano scritto nel Cinquecento, e questo ritrovamento mi ha permesso di completare uno studio sulla navigazione nel Mediterraneo comparando le annotazioni dell’Azurri con le mie esperienze di navigazione e con i moderni portolani e carte nautiche.
Il pilota dei Doria nei suoi viaggi ha annotato con cura notizie su distanze, direzioni, porti, di quasi tutto il Mediterraneo e di una parte dell'Atlantico. Pagine e pagine manoscritte che costituiscono un vero e proprio Portolano, ovvero un libro che aiuta i naviganti per mare e lungo le coste fino agli approdi.
Questo libro raro mi ha sin da subito affascinato per la grande cura con cui il suo autore ha tracciato le coste e ha annotato pericoli, rade sicure in cui sostare e suggerimenti per la navigazione a vela lungo costa o in traversata. Sono rarissimi i portolani medievali, una quindicina in tutto, ma quello del marinaio brianzolo ha qualcosa in più: oltre a unire ricordi, fatti storici e consigli, aggiunge un’appendice con spiegazioni dettagliate su come riconoscere in anticipo le variazioni delle condizioni meteomarine, particolari su animali e piante presenti a terra, cenni di navigazione astronomica.
Inevitabilmente mi è
venuta la curiosità di andare a scoprire se le indicazioni dell’Azurri fossero
valide anche dopo cinquecento anni. Così sono partito dalle coste della Sardegna, più precisamente dalla costa meridionale (da
Cagliari a Teulada) e proseguirò poi con la Sicilia e con il resto dei mari
italiani. Un viaggio che durerà un anno sulla rotta seguita dell’Azurri,
comparando le sue indicazioni con quelle di cui disponiamo oggi. Ogni settimana, il
giovedì, racconto sul portale oubliettemagazine.com nella rubrica Carta di
navigare, il mio viaggio sulle rotte di Azurri.
Carlo Fadda,
Sardo, 30 anni, archeologo marittimo e navigatore. Ha collaborato alle ricerche sulla attrezzatura
velica del relitto del brigantino Mercure. Nel 2016 2016 è armatore dello schooner Dragut .